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Il Pcto “Artistico” di Lia all’Informagiovani Ravenna

di Lia Bassi, 14 Marzo 2023

Nel primo giorno di tirocinio presso l’Informagiovani di Ravenna ho sfruttato l’opportunità di visitare una mostra fotografica internazionale, temporaneamente ospitata in città presso la sala espositiva di Palazzo Rasponi 2.

“100 giorni di solitudine” di Nidaa Badwan, artista e attivista palestinese, non è solo una mostra finalizzata alla trasmissione delle capacità estetico-artistiche della sua autrice, ma un diario fotografico di una lotta pacifica contro il Movimento Islamico di Resistenza (Hamas).

La Badwan parla delle molestie subite per mano dei miliziani di Hamas e le definisce quotidiane: “Succede alle donne che sono diverse, che non camminano sullo stesso percorso prestabilito, a quelle che provano a distaccarsi dalla narrazione principale”, così descrive la situazione in Palestina per le proprie connazionali.

In segno di protesta contro i soprusi che la politica palestinese permette e che il mondo fa finta ‘di non vedere’, Nidaa Badwan trova la sua voce attraverso un autoisolamento, simbolo di rifiuto rispetto alle imposizioni di Hamas di indossare un velo che le coprisse interamente il volto e la possibilità di uscire solamente in compagnia di familiari uomini.

Dopo i primi 100 giorni di isolamento inizia un reportage fotografico per testimoniare questo periodo di protesta, riflessione e solitudine in una stanza, illuminata da un’unica lampadina ed una finestra.

Così nasce la mostra “100 giorni di solitudine”, una raccolta di autoritratti che mostra una guerra pacifica, una condizione, una prigione libera di esistere e persistere.

Badwan crea un teatro di colori folgoranti ed emozioni vivide, dando vita ad immagini che sembrano surreali, come d’altro canto la sua stessa storia, inconcepibile per il nostro occhio libero da regimi totalizzanti, censure e violenze quotidiane.

L’autrice parla del suo lavoro e della sua condizione comparandola con l’opera di GarcÍa “100 anni di solitudine”, sostiene che la bellezza di quel libro sia la presenza di “una città dove vi è una casa e dentro quella casa c’è una stanza”, cosi lei dentro la sua casa, nella sua città è isolata dal mondo.

Ad oggi Nidaa vive in Italia e lavora come insegnante presso l’Università di design di San Marino, ma la sua testimonianza presenzia in tutto il mondo attraverso questa nuova mostra che abbiamo la fortuna di ospitare a Ravenna.

Oltre alla peculiarità artistica di queste fotografie, la visione della mostra è un’occasione di riflessione ed immersione in una realtà a noi troppo lontana; chiudo questo articolo riportandovi una frase di Badwan a parer mio riassuntiva del suo sviluppo artistico e personale: “Inizialmente ero chiusa nella mia camera, dentro una città chiusa e lì avevo il mio mondo. Ora la situazione si è rovesciata. Ora ho a disposizione il mondo intero, libero, aperto, ma non ho più una stanza. Non ho più la mia stanza”.